La vita segreta dell’imprenditore di successo

“Ma chi me lo fa fare?”

È questa la frase che ogni tanto dice a se stesso Daniele.

Daniele è il tipico “imprenditore all’italiana” che ha una piccola impresa edile a Roma.

Lavora circa dodici ore al giorno e non va in vacanza per più di una settimana da almeno tre anni.

Dice che non può farlo perché “Se manco in azienda per tre ore, sono sicuro che non ne rimarrebbe nemmeno l’ombra” e “Senza di me i dipendenti sono incapaci e non sanno cosa fare”. Cose così insomma.

Letteralmente, è un imprenditore con le mani nella malta, e non si tira indietro se c’è da sporcarsi in cantiere. Anzi alcune cose fa prima a farle lui direttamente che tanto “ci vuole 10 minuti a farle e 1 ora a spiegarle a queste teste di cazzo…”.

A fine mese – mentre scappa dall’agenzia delle entrate -, divide i soldi in cassa tra i suoi operai per pagare gli stipendi, paga fornitori, affitti, leasing, finanziamenti, cazzi e mazzi, e… rimane con la bocca praticamente asciutta, a volte.

Altre volte (dipende dal momento, alcuni mesi entrano dei lavori o i clienti pagano, a volte no) guadagna anche bene. Ma sicuramente non proporzionato a tutto il lavoro che fa. Tutto questo nonostante si svegli alle cinque di mattina e durante il giorno passi il tempo a girare come un matto tra cantieri di lavoro, il commercialista, l’avvocato e la banca.

Come dico sempre nei corsi SimpNess, ho dei seri dubbi che Daniele abbia pensato prima di iniziare “vorrei una azienda nella quale sono sempre l’ultimo ad essere pagato, e che non mi fa dormire la notte”.

Come molti, Daniele ha iniziato perché conosceva “il lavoro” e ha pensato di lavorare per se invece che “sotto padrone”.

Lui è Floyd Mayweathers, ma insomma l’immagine è simile 🙂

Sapeva che avrebbe affrontato dei sacrifici. Ma si immaginava anche un momento nel quale tutto sarebbe andato come da copione:

  • Lui vestito bene che esce da una bella macchina
  • Discutere di affari da milioni al cellulare e dire frasi del tipo “Si, oggi non posso che ho una cosa da fare a Miami, ma la settimana prossima quando torno da Rio ti chiamo” 
  • I conti correnti della società e personale belli pieni
  • Tanto tempo libero per fare le cose da ricchi, come andare in barca, giocare a golf o qualche altra stronzata che fa la gente con i soldi

E invece no. Ha creato una azienda. Ha anche una azienda che va abbastanza bene.

Ma di fatto si ritrova ad esserne schiavo, passando 12 ore al giorno impegnato a far fronte a tanti compiti inutili e con la frustrazione di non riuscire a concentrarsi sulle azioni davvero importanti per la crescita dell’azienda.

Questa è la storia di Daniele, ma purtroppo è anche quella del 90% degli imprenditori italiani che hanno deciso di mettersi in proprio e che oggi si trovano intrappolati nella loro stessa azienda.

L’unica differenza potrebbe farla il QUANTO guadagni, ma la qualita di vita rimane la stessa.

Sei in prigione nella tua azienda.
Anzi, se ci pensi diventa ancora piu stressante se guadagni bene e COMUNQUE ti tocca perdere tempo dietro a minchiate giorno dopo giorno.

Ho intitolato questo post “la vita segreta dell’imprenditore di successo” perché, anche quando guadagni bene, spesso c’è una enorme frustrazione.

La frustrazione di NON POTER FARE quello che ti passa per la testa.

Che è ancora peggio di non guadagnare.

Ha a che fare proprio con quelle che sono i due valori fondamentali alla base di ogni vero imprenditore.

  1. La libertà. Ognuno ha la sua idea di cosa significhi veramente essere un imprenditore. Ma una cosa è certa, nessuno equipara fare impresa nella sua mente con “diventare lo zerbino di tutto e tutti e non poter essere libero di fare quello che voglio”. Nessuno. Questo “valore” è talmente tanto forte da portare anche molte persone fuori strada. Ti basta immaginare tutti quelli che avviano una attività giusto per il gusto di non avere un padrone e poi si ritrovano a fallire dopo 2 anni perché non hanno nessuna delle abilità o competenze necessarie per gestire un’azienda.
  2. La sfida di creare “qualcosa”. I dipendenti, i comunisti e i sindacalisti e tutte le persone “contro l’iniziativa privata” hanno portato avanti per decenni questo mito dell’imprenditore che è attaccato ai soldi e vuole inculare tutti (pensa ad Ebenezer Scrooge dipinto da Dickens). Di fatto, il benessere economico è una motivazione che vale solo all’inizio. Una volta raggiunto uno stile di vita decente, il beneficio incrementale che guadagnare di più ti fornisce è minimo. Se tra guadagnare 2mila euro al mese e guadagnarne 20mila c’è una differenza enorme di stile di vita, tra 20 e 40 questa differenza è molto minore. Tra 100mila e 200mila è impercettibile (a meno che tu non sia coglione e te li spendi tutti, allora si, fai il doppio delle serate al Pepenero). Eppure gli imprenditori “veri” raramente si fermano. Perché – al contrario di quello che credono i non imprenditori – utilizzano i soldi solo come una specie di criterio oggettivo di quanto stanno lavorando bene. Ma dopo un certo punto non sono mai la cosa importante…

Ora, la maggior parte degli imprenditori che conosco sono mortificati quotidianamente proprio in questi due aspetti.

==> Hanno una vita di merda. Non essendo liberi di mollare il colpo o occuparsi di quello che vogliono pena l’implosione dell’azienda. Questo ideale tanto agognato di libertà significa semplicemente libertà di prenderselo nel culo se si molla la presa.

==> Si ritrovano a non riuscire a realizzare i propri progetti. Questa è la vera batosta. Hai 2/3/4 idee che sai potrebbero portare la tua azienda al livello successivo. MA devi risolvere i diecimila cazzi che ci sono quotidianamente e se sei fortunato dedichi a questi nuovi progetti 30 minuti il sabato mattina mentre ti tocca portare tuo figlio alla partita dei pulcini. Ripromettendoti – ovviamente – di iniziare durante la settimana a mettere la palla in movimento, cosa che puntualmente non succede mai.

Anche quelli che da fuori possono sembrare di successo vivono questa frustrazione. Perché non ha a che vedere con quanto guadagni, ma con quanto sei libero di fare quello che vuoi.

Ora, dal di fuori, sembra che il corso SimpNess serva a far tanti soldi senza fare niente.

La verità è che, mentre ci scherzo sopra con piacere, l’obiettivo del corso è molto diverso.

E non è quello di automatizzare la tua azienda e poi tu te ne stai al mare senza fare niente.

È quello di aiutarti a fare queste due cose:

  • Smetterla di essere uno SCHIAVO della tua azienda ed acquisire LIBERTÀ
  • Poterti dedicare ai progetti che ti interessano, alla crescita, alle vere sfide che la tua azienda e il tuo mercato ti presentano, e di avere il tempo e la lucidità mentale per farlo senza avere sempre il fiato sul collo da parte dell’operatività e delle rotture quotidiane

Se queste due cose non risuonano con te e ti sembra che stia parlando in una lingua straniera, sicuramente SimpNess non fa per te.

Al contrario, se conosci la situazione che ho descritto, ti invito a venire al corso dove tratteremo tutto in maniera approfondita, ma ti voglio fornire comunque una piccola anticipazione di 3 strategie che puoi mettere in pratica adesso per reimpossessarti della tua libertà e incominciare ad affrontare delle nuove sfide.

1) Rimuovi i BLOCCHI

Inizia a considerare tutte le attività della tua azienda che sono bloccate da te e che implicano che – in un modo o nell’altro – tocchi a te dare un contributo di qualsiasi tipo.

A volte (se sei fortunato) sono semplicemente delle attività che devi fare tu.

Altre volte rappresentano dei colli di bottiglia che ti fanno bloccare attività nelle quali non sei l’unica persona coinvolta.

Quante sono queste attività? 10? 20? 50?

Ora ti svelo un segreto. Non è importante QUANTO TEMPO ci metti. È importante solo che tu sia coinvolto nella cosa per rompere le palle. Anche 1 minuto vale.

Ti faccio un esempio.

Uno dei miei conti aziendali è in Inghilterra e per un motivo logistico sono l’unica persona che può accedervi. Questo significa che ogni volta che c’è da fare un bonifico, visto che serve l’autenticazione con la mia carta di credito personale, tocca farli a me.

Un bonifico richiede 2 minuti. E visto che paghiamo quasi tutto con carta mi tocca fare massimo 3 o 4 bonifici al mese. 10 minuti esagerando ogni mese.

Eppure sono una rottura di palle mostruosa. Necessitano 10 scambi di email ogni volta. E li sento come una spina nel fianco.

Mi rompono esattamente come altre attività che blocco e che richiedono (almeno) il mio intelletto.

ANZI, preferisco fare un’ora di consulenza ad un cliente che 2 minuti un bonifico.

Sono io ad essere particolarmente svogliato? CERTO.

Ma il meccanismo è identico per tutti. Alcune attività che blocchiamo non richiedono tanto tempo, ma rappresentano una specie di file mentale che rimane aperto e che ci toglie la tranquillità che serve per lavorare in pace.

A questo punto la soluzione emerge da sola.

Trova il modo per rimuovere i blocchi più piccoli e che ti rompono di più creando qualche procedura interna che ti aiuti.

Non preoccuparti delle cose grandi, il lavoro completo di reingegnerizzazione del tuo business lo faremo al corso 😀

Ma inizia a toglierti di mezzo qualche rottura, ti libererà la testa.

2) Concentra e Organizza Le Rotture

Hai catalogato le rotture e le attività che blocchi? Organizzale in gruppi omogenei (per settore, per persona che ti rompe, per azienda, etc) e decidi QUANDO te ne occuperai.

Ad esempio, in una delle mie aziende sono in una fase nella quale il mio input è necessario in molti aspetti, visto che stiamo costruendo tutto da zero.

Se lasciassi fare le persone che lavorano con me, non avrei una vita.

Allora ho imposto questa regola: devono annotare tutte le domande per me e proporre loro una soluzione.

Poi una volta al giorno ci sentiamo per mezz’ora (raramente un’ora intera) e mi presentano tutti i problemi e tutte le soluzioni.

Nel 50% dei casi va bene quello fatto da loro. Nel 40% bisogna che faccia un breve ritocco da 1 minuto e correggere il tiro. Nel resto prendo in mano la cosa e me ne occupo io, o spiego come devono fare.

Questo è solo un esempio, ma la regola rimane.

Raggruppa i pezzi dove è necessario il tuo contributo in maniera omogenea e relegali a dei blocchi di tempo che avrai deciso preventivamente. Questo consiglio da solo – se ben applicato – potrebbe liberarti da MOLTE ore di lavoro. Non prenderlo alla leggera solo perché “sembra” semplice.

3) Smetti di andare in ufficio, rispondere al telefono e di leggere le E-mail

Sei saltato dalla sedia?

Allora ti tranquillizzo, non devi farlo SEMPRE, ma inizia a ricavare del tempo per te nel quale sai che non avrai rotture.

Il problema delle rotture, è che interrompono la tua concentrazione.

Lo so che fa paura pensare di staccare, ma fai questo esperimento.

Quando abitavo negli Stati Uniti avevo notato un interessantissimo fenomeno. Lo chiamavo “la produttività dell’aereo”.

Ogni volta che avevo un volo intercontinentale di giorno, di solito da Milano a New York, atterravo SEMPRE con una quantità di lavoro smaltita paragonabile ad una settimana di lavoro normale.

Ora, io sicuramente sono un caso estremo di ADHD, ma avere 8 ore senza nessuna interruzione, distrazione o stimolo esterno mi consentiva di poter lavorare ai progetti che di solito erano messi da parte per far spazio alle urgenze.

È una strategia della quale parlo anche nel mio libro Efficacia Personale, e che molti imprenditori faticano a cogliere.

Se hai ancora dei dubbi scrivi dieci paginette di “Anche se manco mezza giornata dalla mia azienda, non esploderà”, “Anche se manco mezza giornata dalla mia azienda, non esploderà”, etc..

Per concludere

Io mi sarei anche rotto di vedere imprenditori che avrebbero progetti, competenze, idee, e abilità ma che passano il tempo a gestire le rotture quotidiane dell’azienda.

Ho creato ImprendiLife per liberare queste persone.

Ho creato decine di video e risorse gratuite che puoi trovare qui.

Ho creato un gruppo Facebook gratuito per rispondere alle tue domande.

Ho creato una pagina Facebook dove posto articoli e video.

E poi c’è il corso ImprendiLife, che è un vero e proprio percorso pratico di 4 giorni (+ altri 5 in “differita”) nel quale ti guido passo passo nei cambiamenti che devi fare per liberarti dalla tua azienda.

Io provo a fare la mia parte. Ora tocca a te fare la tua iniziando a mettere in pratica le strategie che condivido!